L’acqua è come la propaganda politica … quando il nemico non è Acqualatina

Tra le Province di Roma, Latina e Frosinone (dove sindaci e amministrazioni comunali hanno permesso un quindicennio di prepotenze di Acqualatina), più che altrove, la propaganda è come l’acqua, e l’acqua è come la propaganda, l’una come l’altra si insinuano spudorate, e per quanto si tenti con tutti i mezzi di arginarle (Acqualatina a parte che consente una dispersione al 70 percento), queste riescono a trovare ogni piccola imperfezione per insidiarsi, e conquistare poco alla volta, continuando a scorrere verso il proprio obiettivo. Anzi a volte, acqua e propaganda, sono la stessa cosa, perchè al tema dell’acqua serve propaganda e alla propaganda serve il tema dell’acqua.
E mai in passato, come in questi anni, ancor più negli ultimi mesi, il tema è sentitissimo: l’acqua è come un cavallo potente ma selvaggio da non lasciarsi sfuggire da queste parti, bisogna domarlo e cavalcarlo al meglio, e poi farlo riposare prima di una nuova corsa, sellato col vessillo della propria scuderia. Così, allo stesso modo, nonostante l’emergenza, infelicemente ribattezzata “crisi idrica”, serve una propaganda forte, popolare, di massa, insomma serve un movimento affollato di persone pronte a combattere un sistema decisamente dannoso e fallimentare come Acqualatina, che purtroppo ancora non c’è. Ecco una simbiosi.
L’acqua ha dato alla poltica la possibilità di trovare bacini elettorali, sia che le cose funzionavano (mai) sia se le cose non funzionavano (quasi sempre). Quando funzionano, bene, il tema è populistico, si elargiscono dividendi, si stringono alleanze, e si offrono posti di lavoro. Se vanno male, meglio, molto meglio, si può parlare male della gestione, e quindi di sè stessi, e poi andare in Ato4 e votare il bilancio o l’aumento delle tariffe, o assentarsi per far cadere il numero legale. Basta urlare in mezzo alla gente, o come qualcun altro, guadagnare centinaia di migliaia di euro mentre si è a bordo e poi puntare il dito contro il proprio successore. E’ cosi da circa 15 anni. E l’emergenza serve ai privati e ai agli aspiranti politici, molto meno dentro le case.
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