Altro che ripubblicizzazione dell’acqua, anche Zingaretti firma per i dissalatori nel Golfo

Ci risiamo. Lo spettro dei dissalatori da installare nel Golfo di Gaeta per fronteggiare “la crisi idrica” continua a incombere nonostante la manifesta volontà popolare e politica di escludere questo strumento come soluzione alla mancanza di acqua nei rubinetti dei cittadini del Golfo. Almeno a giudicare dagli atti amministrativi che si susseguono tra segreteria tecnica dell’ambito territoriale e Regione Lazio, l’iter per installare i dissalatori pare proseguire senza intoppi la sua strada, nell’ombra, e comunque parallelamente alle rassicurazioni e agli atti deliberativi con cui il Comune di Formia e i suoi cittadini si sono espressi nel merito della proposta.
L’ennesimo segnale in questo senso è arrivato il 15 dicembre scorso quando il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha firmatoil decreto n. M00002 in cui provvede a nominare il soggetto attuatore per la realizzazione e gestione degli interventi urgenti previsti nel Piano di Interventi per la crisi idrica della Regione Lazio 2017 (“. Ma vale la pena fare un passo indietro per capire cosa accade. Il 7 agosto scorso, infatti, mentre il sudpontino in particolare (Formia, Gaeta, Minturno, Santi Cosma e Damiano, Castelforte, Spigno, Fondi e Terracina per restare circoscritti al Basso Lazio) vive ormai già da alcuni mesi la più grave crisi idrica della sua storia con una dispersione della risorsa nella rete colabrodo, alle soglie dell’80 percento (con alcuni cittadini a secco costantemente e in piena estate e le attività commerciali che non possono fare nemmeno un caffè), finalmente il Consiglio dei ministri si accorge dell’emergenza e stanzia 19 milioni di euro per la Regione Lazio. Una settimana più tardi, alla vigilia di Ferragosto, il dipartimento di Protezione civile prende atto della nomina a commissario delegato per l’emergenza proprio del governatore Zingaretti, predisponendo gli interventi urgenti da attuare per fronteggiare l’assenza di acqua in case e negozi nei vari comuni indicati.
Ora secondo questo programma di interventi, da quei 19 milioni, viene preventivata una spesa di 6 milioni e 263mila euro circa da destinare all’Ato 4 (dove figurano 38 comuni, di cui 32 della provincia di Latina, 4 della provincia di Frosinone e 2 della provincia di Roma) e in particolare 1 milione e mezzo di euro per pagare l’installazione per un periodo di tempo limitato a due mesi dei dissalatori nel Golfo di Gaeta. Ciò nonostante fossero già state votate da un mese circa sia il “No” all’unanimità del Consiglio comunale di Formia ai dissalatori (11 luglio) sia il “No” della stessa città Formia alla conferenza dei sindaci dell’Ato 4 (il 26 luglio). In tutto questo caos burocratico e istituzionale, i cittadini, esasperati, erano scesa in strada manifestando pacificamente ma con determinazione – causando il blocco del traffico in tutto il sudpontino – il proprio dissenso, e per alcuni di loro era arrivata persino la beffa di una denuncia penale per manifestazione abusiva.
Ma Acqualatina non ne ha voluto sapere niente e già il 4 ottobre scorso fu lo stesso sindaco di Formia ad annunciare pubblicamente che l’ingegner Angela Vagnozzi della segretaria tecnica di Acqualatina (Sto) aveva avvisato con una nota il Comune di Formia che l’iter per l’installazione dei dissalatori proseguiva. Il Comune decise allora – proprio in virtù del duplice “No” già espresso – di diffidare l’ente gestore a proseguire per quella strada per non finire davanti a un tribunale amministrativo. La stessa Vagnozzi – aveva poi aggiunto il sindaco – avrebbe dato “ solo verbalmente rassicurazioni per cui il documento pervenuto rappresenterebbe una mera formalità costituendo la chiusura del procedimento aperto a luglio che nulla avrebbe di operativo. Peccato che il documento dica l’esatto contrario. Se non arriva un’immediata rettifica da parte dell’ATO, con l’esclusione del territorio comunale di Formia da qualsivoglia insediamento di impianti di dissalazione, impugneremo l’atto in tribunale”.
E in effetti il 27 ottobre scorso secondo una nota dell’amministrazione comunale di Formia arriva la formalizzazione dello stralcio dell’opera di installazione dei dissalatori. Intanto, con l’avvicinarsi della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale entra in scena – finalmente – il governatore Zingaretti che annuncia “Se i sindaci della provincia di Latina – afferma Zingaretti in una nota – dovessero decidere di avviare il percorso della ripubblicizzazione della gestione idrica la Regione sarà al loro fianco. L’ impegno della Regione potrebbe essere determinante per garantire un mutuo/finanziamento a sostegno dell’operazione dei Comuni e per questo siamo disponibili. Occorre una svolta e i sindaci devono sapere che noi continueremo a fare la nostra parte”. Appare difficile credere nella fattibilità della proposta di Zingaretti, specie da quando il 19 dicembre è emersa la probabilità – non ancora ufficializzata – di una messa in esercizio provvisorio per la Regione Lazio.
Una proposta che di fatto lascia nelle mani – anzi nelle tasche – dei singoli Comuni l’iniziativa economica per “liquidare” il socio privato di Acqualatina, il francese Veolia. Nel frattempo fino a poche settimane fa la mancanza di acqua non ha conosciuto soste, anche quando è piovuto, alla faccia di chi ha parlato di siccità. Anche perchè quelle poche volte che l’acqua è tornata a scorrere, è stata marrone. Ora, al di là delle chiacchiere e delle polemiche, “Verba volant scripta manent” e quindi ciò che conta sono le carte. E quindi come detto il decreto del dicembre parla chiaro. Chissà a chi andranno questi soldi per l’installazione e il noleggio?