“Cade” il sindaco di Spigno, Vento non ci sta: “Operazione elettorale da bottega”

“L’ex sindaco – replica Salvatore Vento – potrà essere pure incapace a loro giudizio. Opinione dettata, a mio avviso, più dal rancore personale dello smacco subito per aver ricevuto la revoca assessorile che da disquisizioni di natura amministrativa. Argomenteranno in futuro il loro giudizio con fatti politico, e sopratutto mi auguro che narreranno dei loro “lasciti” nell’anno di esecutivo e, ancora più facile, della loro attività in consiglio comunale dopo il loro passaggio a capo della minoranza.
Noto che il nuovo sodalizio con Somma, che qualcuno dovrà difendere pur dimenticando volutamente di chi sia stato il mal di pancia che ha, di fatto, imposto il cambio in Giunta nel 2015, è rinsaldato secondo la logica del “peso” elettorale”. In questi anni mi sono stancato di sentire da parte di taluni eletti, quell'”io” alla Marchese del Grillo, quando invece, anche in considerazione della complessa situazione ereditata, l’egocentrismo e il consenso personale dovevano essere messi da parte. Così come è stato. Quando leggo da parte del duo Vento che non c’erano più i numeri per approvare nulla, confermano che le dimissioni contestuali dei sei ex consiglieri sia parte di un accordo politico proiettato sulle prossime elezioni, tale da farli affermare che “non si poteva approvare più nulla”.
Dietro quegli atti da approvare però non c’era l’amministrazione Vento, che con queste affermazioni sembra chiaro sia stata volutamente disinnescata e sacrificata dall’ex vicesindaco per evitarne un’eventuale crescita di consenso dovuto agli investimenti da realizzare da qui a qualche settimana a favore della comunità spignese. Opere ed interventi sacrificati per accordi di bottega. Per questo continuo a sostenere che la minoranza e Somma avrebbero avuto difficoltà a legittimare le proprie motivazioni presentando la mozione di sfiducia al primo cittadino con un dibattito serio e politico aperto alla partecipazione del pubblico. Così come avvenuto quando il duo Vento è stato esonerato dai compiti assessorili. E’ storia che si sia scelta la stata più corta, lasciando le motivazioni al caos e al chiacchiericcio da piazza. Ma ognuno è padrone della propria strategia e dei propri metodi. In ultimo, quando si afferma che Salvatore Vento non è stato in grado di tenere unità la maggioranza, ripenso a certe interferenze esterne presenti sopratutto il primo anno, e posso anche concordare con quanto affermato dai Vento e Rodolfo Somma, perché la “colla” da usare per tenere ferma una parte della coalizione era troppo costosa, e Spigno non poteva permettersela.