Dissalatori a Formia, l’Ato dice “no” ma Zingaretti tira dritto: il progetto resta valido

L’ennesimo atto. L’ennesima carta bollata senza sovranità. L’ennesimo documento che riporta nero su bianco la chiara espressione della politica e della volontà popolare di un territorio che già in passato poteri ben più forti come il colosso Veolia, socio privato di Acqualatina, e la Regione Lazio, hanno letteralmente cestinato e mortificato in nome di ben altri interessi che non erano e non sono la salvaguardia degli equilibri marini e ambientali del Golfo e dell’autosufficienza idrica dei suoi cittadini.
Ora ci risiamo. La conferenza dei sindaci dell’Ato 4, socio al 51 percento di Acqualatina, si è espressa ieri anche su questo punto. Ovvero sulla cieca determinazione che la Regione Lazio e il suo governatore Nicola Zingaretti stanno inspiegabilmente adottando con l’intenzione di procedere con i lavori di installazione dei dissalatori a mare nel Comune di Formia. E ciò nonostante il Consiglio comunale e il popolo in piazza abbiano più volte detto unanimemente no a questa soluzione altamente inquinante. In un’area peraltro dichiarata “sensibile” dalla stessa Regione, con decreto, dispendiosa per la pubblica amministrazione – ma evidentemente redditizia per la stessa Veolia che incasserà il milione e mezzo previsto dall’impegno di spesa di soldi ministeriali stanziati in regime di emergenza – e soprattutto inutile vista l’abbondanza di risorse idriche e di sorgenti presenti nel sudpontino che vengono sperperate dalla stessa Veolia e da Acqualatina, che non hanno fatto gli investimenti necessari a superare una dispersione della rete ormai oltre l’80 percento.
Insomma, quello di ieri dell’Ato 4 è stato semplicemente un parere, un invito a Zingaretti a ritirare immediatamente dal piano degli investimenti per il superamento della crisi idrica i soldi stanziati per realizzare i dissalatori. Questo perchè la competenza delle decisioni relative alla gestione dell’emergenza sono esclusivamente in capo alla Regione, o meglio al commissario regionale all’emergenza idrica, che è lo stesso Zingaretti, e che – in virtù dei poteri che conferisce un commissariamento, come quelli di derogare dalle consuete competenze – è responsabile della risoluzione del problema idrico da risolvere con i 20 milioni di euro finanziati dal Governo centrale. Zingaretti ha, a sua volta, inspiegabilmente deciso di affidare la nomina di subcommissario allo stesso amministratore di Acqualatina per gestire tra le altre cose anche la voce di spesa relativa ai dissalatori che saranno forniti dal socio privato. Insomma un enorme conflitto di interessi del quale Zingaretti diventa protagonista risultando alla fine l’unico a poter consentire o impedire l’installazione dei dissalatori.
Un business che lo stesso governatore continua a portare avanti nonostante i proclami da campagna elettorale, che a due mesi dalle elezioni, ha deciso di promuovere in questi territori da anni coinvolti dalla crisi idrica. Insomma mentre da una parte promette aiuti ai Comuni esasperati dalla crisi idrica – ma non con soldi della Regione – dall’altra non ferma questa ipotesi scellerata che vedrà l’unico beneficio per le tasche di Veolia, che incasserà 1.530.000 euro.
Ci si chiede che fine abbia fatto Zingaretti e il suo partito in tutti questi mesi che oltre ad amministrare la Regione Lazio hanno anche amministrato Formia. Suona quantomeno ipocrita leggere: “Il Partito Democratico chiede, quindi, al Presidente Zingaretti, il quale è stato indotto ad emanare un decreto viziato sulla base di una rappresentazione anche documentale completamente falsa ed erronea, di voler immediatamente attivarsi per quanto di sua competenza”. Con quale titolo pensa di poter avanzare richieste il partito democratico di Formia che, negli ultimi cinque anni, propaganda elettorale a parte, è stato sistematicamente mortificato dal governatore Zingaretti, abbandonato nella sua azione di governo locale per le questioni relative ad Acqualatina, al policlinico del Golfo, a Laziomar, alle opere sulla viabilità. Senza contare che ci si basi sul presupposto che un governatore di una Regione importante come il Lazio si faccia “indurre” a fare qualcosa … chiaramente a sua Insaputa.
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Pubblicato da h25.tv su Venerdì 22 settembre 2017
A PAGINA 2 LA NOTA DEL MOVIMENTO 5 STELLE DI FORMIA