“Intervento riuscito” … ma muore poche ore dopo, il dramma di una 55enne di Minturno

Due figli senza più una madre, un marito senza più una moglie, e tanti cari che l’hanno vista morire nel giro di poche ore senza poter fare nulla. Qualcosa è andato storto durante l’intervento o nella fase post operatoria della 55enne di Minturno Rosa Maria Faraone, sottoposta ad un intervento di disostruzione delle vie biliari, durato circa due ore, effettuato presso la clinica privata – e convenzionata con il sistema sanitario nazionale – Sant’Anna di Cassino, e deceduta a poche ore dall’operazione, presso l’ospedale civile di Caserta.
La salma della donna è stata sequestrata dalla Procura di Caserta e ora si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’esame autoptico (che verrà effettuato nelle prossime ore), contestualmente è stata posta sotto sequestro anche la cartella clinica che narra il concitato dramma sanitario della donna. Passaggi giudiziari necessari dopo la denuncia presentata ai carabinieri di Cassino dal marito della vittima, e da tutta la famiglia, che stanno cercando di capire perchè, nonostante le rassicurazioni ricevute dal personale medico della clinica Sant’anna (clinica consigliata per effettuare l’intervento da una brava e nota gastroenterologa presso la quale la donna era in cura) sulle condizioni di salute della signora Maria Rosa e sulla buona riuscita dell’intervento appena effettuato, la situazione sia improvvisamente e irreversibilmente precipitata causando un doppio infarto alla 55enne, prima del definitivo arresto cardiaco ne ha decretato la morte improvvisa e inaspettata. Sarà come detto l’autopsia a spiegare cosa è andato storto.
Ma c’è un altro aspetto che pone un grosso dubbio sulla lungaggine delle procedure adottate che potrebbero aver contribuito a complicare la situazione: perchè trasferire la donna dalla clinica Sant’anna dove ha subito l’intervento, dapprima ad un’altra clinica privata “per effettuare una dialisi”, la clinica Villa Giovanna che si trova nel Comune del casertano Tora e Piccilli – struttura che tra l’altro fa parte della stessa proprietà della clinica Sant’Anna – e solo successivamente, quando ormai la situazione sembrava compromessa, all’ospedale civile di Caserta? Perchè non non trasferirla nella stessa Cassino, presso l’ospedale Santa Scolastica? E perchè in quest’ultimo passaggio la signora è arrivata a Caserta senza essere accompagnata dalla propria cartella clinica che poteva chiarire cosa le stesse accadendo e in che modo eventualmente intervenire per salvarle la vita? Tutti interrogativi ai quali familiari attendono una risposta.