Itri è la “nuova Pompei”, ma ora bisogna riportarla alla luce

A questo punto la domanda che tutti si pongono è una soltanto: ma quanto può essere vasta e conservata l’area archeologica sulla collina adiacente alla chiesetta diroccata di San Cristoforo a Itri? Siamo stati sul luogo dell’incredibile scoperta disvelata grazie all’impegno, alla passione e al sacrificio dei volontari dell’associazione archeologica Ytri e del direttore scientifico Marisa de Spagnolis che da anni porta avanti le operazioni di scavo.
E’ emozionante trovarsi di fronte alla imponenza e alla perfezione – come i romani davano dimostrazione di saper lavorare – della scalinata rimasta praticamente intatta e che con tutta probabilità dovrebbe appartenere a un tempio, forse dedicato a Ercole. Insieme alla scalinata sono venute alla luce porzioni di statue e importantissime iscrizioni che raccontano l’architettura del posto.
Gradini, marciapiedi, portici, e chissà cos’altro ancora, fanno parte di questo sito, ed è certo che quelle scale dovevano portare ad un luogo pubblico, un luogo di commercio, di culto, ma anche di passaggio. Insomma un angolo di Impero romano vivo e fiorente che rilancia la storia di Itri e la impone non più come un piccolo centro che si affaccia sul passaggio della via Appia, ma come una città imperiale fiorente e vivace già 2400 anni fa.
A PAGINA 2 L’INTERVISTA ALLA PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE ARCHEOLOGICA YTRI